112. È davvero assurdo.
Ora che la minaccia di guerra da parte della Cina diventa sempre più concreta, mi sento sempre arrabbiata quando preparo il mio zaino di emergenza. Perché a causa della minaccia cinese, non possiamo più vivere una vita tranquilla e in pace.
Mentre pensare di questo, mi è venuto in mente un articolo sulla Corriere della Stampa che ho letto alla vigilia della guerra che la Russia invade Ucraina nel febbraio 2022. Era un articolo in cui l'autore ha analizzato la crisi Ucraina-Russia attraversando 10 domande.
Una delle domande ci ha rilevato la causa che fa nasce il conflitto fra Russia e Ucraina, in cui ci ha fatto capire che nella mente di Putin pensa che il suo Paese abbia un «diritto storico» sull’Ucraina, che faceva parte dell’Unione Sovietica fino al collasso del 1991. Il crollo dell’Unione Sovietica ha fatto la Russia perdere la sfera d’influenza, e ha promosso indipendenti a molti Paesi ex-Unione Sovietica.
Secondo l'autore, Il crollo dell’Unione Sovietica, inoltre, ha lasciato profonde cicatrici in parte del popolo russo: lo stesso Vladimir Putin lo aveva definito «la più grande catastrofe geopolitica» e l’Ucraina era stata la perdita più dolorosa. Per Putin è un errore e si ritenga «in missione per correggere questo errore»
Il pensiero di Putin secondo me è un po' simile a quel che ha pensato dei leader cinesi, che a loro pensano anche che Taiwan fa sempre parte storico di loro, mentre in realtà, la Cina comunista è nato solo nel 1949, e Taiwan esiste molto più prima di loro. Taiwan non è mai parte di quel Paese.
Ma la cosa ridicole è che secondo me tutti i paesi derivano da ex l'Unione Sovietica vanno indipendente, sono poi diventano Paesi democratici e sono stati poco a poco sviluppati come paesi moderni e aperti. Anche Taiwan adesso è un Paese democratico e ben sviluppato. Ma quei due Stati enorme ancora rimangono nel comunismo e i suoi leader ancora stringono i loro sogno antichi di dovere ritenere il «diritto storico» dei Paesi che non vogliono più stare con loro. O ancora di più vogliono conquistare tutto il mondo.
E noi, che viviamo in Paesi democratici, rischiamo di tornare a zero, solo perché quei matti non riescono a lasciare andare il passato e vogliono riportare il mondo indietro nel tempo.
In nome di un “diritto storico” ormai superato, cercano di riportare il mondo – che sta diventando sempre più democratico – indietro, verso un passato che esiste solo nei loro sogni. E a pagarne il prezzo siamo noi, quelli che vivono nel mondo libero: ci ritroviamo a preparare lo zaino di emergenza, come se la storia non fosse mai andata avanti. È davvero assurdo. Ma cosa possiamo fare? Forse solo una cosa: restare sempre vigili, come ci hanno insegnato le generazioni passate*. Essere sentinelle della democrazia. Interessarci della politica del nostro Paese, osservare i cambiamenti del mondo, e fare tutto il possibile per difendere la nostra libertà e la nostra democrazia.
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* [...]Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell' umanità. Oggi non crediamo, come credevano i liberali, i democratici, i socialisti al principio del secolo, che la democrazia sia un cammino fatale. Io appartengo alla generazione che ha appreso dalla Resistenza europea qual somma di sofferenze sia stata necessaria per restituire l' Europa alla vita civile.
La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme.(…) (Norberto Bobbio 1958) http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=3878
Mentre pensare di questo, mi è venuto in mente un articolo sulla Corriere della Stampa che ho letto alla vigilia della guerra che la Russia invade Ucraina nel febbraio 2022. Era un articolo in cui l'autore ha analizzato la crisi Ucraina-Russia attraversando 10 domande.
Una delle domande ci ha rilevato la causa che fa nasce il conflitto fra Russia e Ucraina, in cui ci ha fatto capire che nella mente di Putin pensa che il suo Paese abbia un «diritto storico» sull’Ucraina, che faceva parte dell’Unione Sovietica fino al collasso del 1991. Il crollo dell’Unione Sovietica ha fatto la Russia perdere la sfera d’influenza, e ha promosso indipendenti a molti Paesi ex-Unione Sovietica.
Secondo l'autore, Il crollo dell’Unione Sovietica, inoltre, ha lasciato profonde cicatrici in parte del popolo russo: lo stesso Vladimir Putin lo aveva definito «la più grande catastrofe geopolitica» e l’Ucraina era stata la perdita più dolorosa. Per Putin è un errore e si ritenga «in missione per correggere questo errore»
Il pensiero di Putin secondo me è un po' simile a quel che ha pensato dei leader cinesi, che a loro pensano anche che Taiwan fa sempre parte storico di loro, mentre in realtà, la Cina comunista è nato solo nel 1949, e Taiwan esiste molto più prima di loro. Taiwan non è mai parte di quel Paese.
Ma la cosa ridicole è che secondo me tutti i paesi derivano da ex l'Unione Sovietica vanno indipendente, sono poi diventano Paesi democratici e sono stati poco a poco sviluppati come paesi moderni e aperti. Anche Taiwan adesso è un Paese democratico e ben sviluppato. Ma quei due Stati enorme ancora rimangono nel comunismo e i suoi leader ancora stringono i loro sogno antichi di dovere ritenere il «diritto storico» dei Paesi che non vogliono più stare con loro. O ancora di più vogliono conquistare tutto il mondo.
E noi, che viviamo in Paesi democratici, rischiamo di tornare a zero, solo perché quei matti non riescono a lasciare andare il passato e vogliono riportare il mondo indietro nel tempo.
In nome di un “diritto storico” ormai superato, cercano di riportare il mondo – che sta diventando sempre più democratico – indietro, verso un passato che esiste solo nei loro sogni. E a pagarne il prezzo siamo noi, quelli che vivono nel mondo libero: ci ritroviamo a preparare lo zaino di emergenza, come se la storia non fosse mai andata avanti. È davvero assurdo. Ma cosa possiamo fare? Forse solo una cosa: restare sempre vigili, come ci hanno insegnato le generazioni passate*. Essere sentinelle della democrazia. Interessarci della politica del nostro Paese, osservare i cambiamenti del mondo, e fare tutto il possibile per difendere la nostra libertà e la nostra democrazia.
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* [...]Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell' umanità. Oggi non crediamo, come credevano i liberali, i democratici, i socialisti al principio del secolo, che la democrazia sia un cammino fatale. Io appartengo alla generazione che ha appreso dalla Resistenza europea qual somma di sofferenze sia stata necessaria per restituire l' Europa alla vita civile.
La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme.(…) (Norberto Bobbio 1958) http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=3878
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